La prima telecamera 8 millimetri acquistata da Pedro Almodóvar, l’ombrello coloratissimo di Manuela in Tutto su mia madre, il divano dove sedevano (nelle immagini promozionali del film) le protagoniste di Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Sono solo alcuni dei pezzi originali esposti, insieme a oltre 200 fotografie, al Centro Culturale Conde Duque di Madrid per la prima mostra dedicata in Spagna al regista: Madrid chica Almodóvar. Uno spazio espositivo, quello del Conde Duque, legato simbolicamente al direttore manchego per la ormai celebre e citatissima scena de La Legge del desiderio in cui Carmen Maura si fa innaffiare da un addetto alla pulizia delle strade, girata proprio davanti alla facciata dell’edificio che ospita il centro.
Curatore della mostra è Pedro Sanchez Castrejón, appassionato di cinema e innamorato della capitale spagnola, già autore del bel libro Todo sobre mi Madrid. Un paseo por el Madrid de Almodóvar. Nessuno come questo regista, secondo Sanchez, ha saputo cogliere l’anima della città, in tutte le sue sfaccettature.
Il percorso dell’esposizione segue in ordine cronologico la filmografia di Almodóvar: da Pepi, Luci Bom, specchio della Madrid della fine degli anni 70/inizi anni 80 (quelli della cosiddetta Movida), fino a Madres paralelas, ambientato oggi, ma legato anche alla memoria storica della città e di tutta la Spagna.
Per ogni pellicola ci sono immagini, informazioni sui luoghi, aneddoti e curiosità. Scopriamo per esempio che la splendida vista che si ammira dall’attico di Pepa (Carmen Maura) in Mujeres è stata ricostruita su un pannello in carton gesso. O che l’appartamento di Salvador Mallo in Dolor y gloria è l’esatta riproduzione di quello in cui vive attualmente Almodóvar. Alcune scene de Il Fiore del mio segreto e de Gli abbracci spezzati, invece, sono state girate nelle abitazioni delle sorelle del regista. L’appartamento di Pepi, nella realtà, era la casa di Blanca Sánchez, un’artista amica di Pedro che l’aveva ospitato al suo arrivo nella capitale. La sua abitazione era all’epoca frequentata dai protagonisti della Movida: Almódovar stesso, il pittore Juan José Carrera detto Costus, il musicista Carlos Berlanga, il compositore Bernando Bonezzi, la cantante e attrice Alaska, e molti altri. Blanca Sánchez (alla quale il regista ha dedicato Labirinto di passioni) è stata un’importante collezionista d’arte, curatrice di mostre. E proprio dal suo archivio, conservato al Museo Reina Sofía, proviene molto del materiale esposto al Conde Duque. Oltre a quello prestato, tra gli altri, da El Deseo (la casa produttrice fondata da Almodóvar e dal fratello Augustin nel 1986), dal Museo de Arte Contemporáneo, dall’Hemeroteca Municipal e da collezioni private.
Dopo il Leone d’Oro a Venezia per The room next door, l’esposizione si è arricchita, nei mesi di settembre e ottobre, con la proiezione di 14 degli oltre venti lungometraggi del regista, da Entre tinieblas a Dolor y gloria.
È stata realizzata anche una mappa dell’esposizione (in vendita nella Libreria di cinema Ocho y Medio), che indica gli oltre 272 luoghi di Madrid comparsi nei film di Pedro Almodóvar. La mostra, aperta il 12 giugno scorso, prolungata fino al 17 novembre, sta purtroppo per chiudere i battenti. Ma quale migliore omaggio all’opera del grande regista?