Diciannove di Giovanni Tortorici

di Martina Cossia Castiglioni

Leonardo ha diciannove anni quando lascia Palermo e arriva a Londra per studiare economia, ospite della sorella. Dopo una breve permanenza, decide invece di iscriversi a Lettere e si trasferisce a Siena. È un ragazzo inquieto, incline alla solitudine, che passa molto tempo nella sua stanza in affitto affacciata su un vicolo, circondato dai testi classici che ama (autori trecenteschi meno trattati nel programma universitario, ma anche Giacomo Leopardi), cucinandosi il cibo con un fornellino elettrico. Una diversa interpretazione di Dante e della Divina Commedia lo contrappone a uno dei suoi professori. Al termine dell’anno accademico Leonardo decide di partire per Torino, alla ricerca di nuovi interessi.

Giovanni Tortorici attinge alla propria biografia per il suo film d’esordio Diciannove, presentato il settembre scorso al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti. Come Leonardo il regista viene da Palermo, è appassionato di letteratura – ha un diploma della Scuola Holden di Torino – e di testi antichi e ha studiato a Siena: la stanza che compare nella pellicola è la stessa che occupava all’epoca dell’università. Tortorici è arrivato al cinema come assistente alla regia di Luca Guadagnino (che è anche il produttore di Diciannove) per la pellicola We are who we are. Prima di allora si era limitato a sperimentare girando con la telecamera del telefonino. In quest’opera d’esordio dimostra già una maturità narrativa e una dimestichezza con la macchina da presa notevoli. La regia è a tratti movimentata, quasi frenetica (nelle scene in discoteca, per esempio, ma non solo), a volte più lenta. C’è un uso frequente del ralenti; spesso vediamo i video che il protagonista stesso guarda su Internet, e c’è anche un momento in cui viene utilizzata l’animazione per rappresentare i pensieri del personaggio. Il regista ha curato con attenzione le musiche, legate all’anno in cui si svolge la storia, il 2015, e ai suoi gusti personali. La musica classica che Leonardo ascolta quando si isola nella sua stanza, quella elettronica delle serate in discoteca, e la musica trap, che segna però per il protagonista uno scarto generazionale rispetto a studenti poco più giovani di lui.

Nel ruolo di Leonardo c’è l’esordiente Manfredi Marini: il regista voleva un attore non professionista e l’ha trovato, dopo una serie di audizioni in diverse città italiane, in un liceo di Palermo. Marini è bravo nel mostrare il disagio e le insicurezze del personaggio, ma anche la sua spavalderia. Diciannove è dunque una storia di formazione, un ritratto sincero e non banale di un giovane che sta cercando «il suo posto nel mondo».

Informazioni su Martina Cossia Castiglioni 27 Articoli
MARTINA COSSIA CASTIGLIONI (1964) si è laureata in Lingue alla Statale di Milano. Dal 2001 al 2009 ha tenuto un rubrica dedicata ai libri per Milano Finanza e dal 2011 al 2016 è stata responsabile editoriale per Uroboros Edizioni. Appassionata di cinema, frequenta  i corsi di Longtake e ha iniziato da poco a scrivere di cinema in rete.

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