
di Martina Cossia Castiglioni
Judith, una giornalista francese alle prime armi (interpretata da Anais Demoustier), vorrebbe intervistare il celebre pittore Salvador Dalí, ma ogni volta accade qualcosa che glielo impedisce. Su questa (solo in apparenza) esile trama si basa Daaaaaalí! di Quentin Dupieux, divertissement onirico, favola surreale e insieme omaggio a uno degli artisti più originali del Novecento.

Il regista, che della pellicola firma anche dialoghi, fotografia e montaggio, dice di essersi connesso, prima di scrivere e dirigere questo tributo, «alla coscienza cosmica di Salvador Dalí» e di essersi «lasciato guidare, a occhi chiusi». E c’è da credergli! Sogni dentro altri sogni, come in un gioco di scatole cinesi, ribaltamenti (l’intervistatrice che diventa l’intervistata) e ben cinque attori che si alternano, a ritmo quasi frenetico, nel ruolo di Dalí: Gilles Lellouche, Edouard Baer, Jonathan Cohen, Pio Marmai e Didier Flamand (un Dalí ormai anziano che con sorpresa vede un Salvador più giovane dalla finestra). Un’ora e venti di divertimento, dove anche la parola «Fine» compare più di una volta, tenendo lo spettatore incollato alla sedia fino al termine dei titoli di testa. La musica di Thomas Baugalter, un motivo volutamente ripetitivo suonato con una cetra antica, accompagna il film. Daaaaaalí! era stato presentato fuori concorso al Festival di Venezia del 2023, lo stesso anno di Yannick, in competizione invece a Locarno.


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