The Ugly Stepsister: una fiaba gotica tra ossessione, bellezza e crudeltà (2025).

di Miriam Dimase

Presentato fuori concorso alla 75ª Berlinale nella sezione Panorama e successivamente in anteprima italiana al Milano Film Festival 2025The Ugly Step Sister è l’opera prima della regista norvegese Emilie Kristine Blichfeldt , che riscrive la favola di Cenerentola dal punto di vista della sorellastra ispirandosi con evidenza alla versione più dura e cupa dei fratelli Grimm, piuttosto che alla patinata e rassicurante variante di Perrault.
Sin dalle prime scene – un sogno che si infrange bruscamente nel ritorno alla realtà – la regista impone un tono perturbante e immaginifico. Il mondo della fiaba è ricostruito con estrema cura nei dettagli visivi: arredamenti sontuosi, abiti da reggia, cerimoniali di bellezza. Ma dietro l’apparenza, si disvela un universo malato, dove l’ossessione per l’estetica e l’ambizione sociale consumano ogni legame umano.

La sorellastra, nei panni di Elvira (Lea Mathilde Skar Myren), figura solitamente caricaturale, diventa qui protagonista tragica. Spinta da una madre calcolatrice e accecata dal riscatto sociale, subisce un lento processo di trasformazione fisica e psicologica. La sorella minore – troppo giovane per essere “sacrificata” al matrimonio – appare inizialmente marginale, in attesa del proprio turno nella gerarchia familiare, ma si rivela progressivamente l’unica figura positiva, portatrice silenziosa di uno sguardo più umano, non corrotto dal sistema.
Cenerentola, in questa versione, partecipa al gioco non come vittima, ma con calcolo: consapevole del proprio potere seduttivo, mira anch’essa a conquistare un principe misogino e vacuo, emblema di un patriarcato decadente.

Il film trova la sua cifra più originale nell’utilizzo del body horror: corpi martoriati, deformazioni, riti di bellezza invasivi e grotteschi. In questa estetica dolorosa e disturbante si avvertono echi del cinema di David Cronenberg non come omaggi, ma come strumenti narrativi per esprimere il terrore quotidiano del conformarsi a un ideale esterno. Il dolore diventa estetico, il disgusto diventa espressione politica. In questo senso, la scelta stilistica è non solo efficace, ma necessaria.
Il male non ha un solo volto: è forse la ragazza che si distrugge per inseguire un sogno? La madre che la plasma per un guadagno? Il principe che riduce tutte le donne a pedine? O l’intero sistema sociale, che spinge tutti a recitare un ruolo?
Una domanda senza risposta chiara, se non in una scena successiva ai titoli di coda, apparentemente marginale ma decisiva, che offre una chiave di lettura alternativa e più inquietante. The Ugly Step Sister non riscrive solo una fiaba: la disseziona, la svuota e ce la restituisce sotto forma di incubo lucido. Un debutto potente, coraggioso, che merita attenzione.

  • Regia: Emilie Kristine Blichfeldt
  • Attori: Lea Mathilde Skar Myren, Ane Dahl Torp, Thea Sofie Loch Næss, Flo Fagerli, Isac Calmroth, Malte Gårdinger, Ralph Carlsson
  • Genere: Horror, Drammatico
  • Paese: 109′
  • Durata: Norvegia, Svezia, Polonia, Danimarca

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