di Patrizia Montani
“Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato della lunga via,”
seguitò ‘l terzo spirito al secondo
“ricordati di me che son la Pia;
Siena mi fè, disfecemi Maremma:
salsi colui che ‘nnanellata pria
disposando m’avea con la sua gemma”
Divina Commedia, Purgatorio, Canto V
Durante un suo lungo soggiorno a Firenze William Somerset Maugham lesse la Divina Commedia e fu colpito dal personaggio di Pia, al quale continuò a pensare per anni. [1]Fu durante un viaggio in Cina che gli elementi del romanzo si ricomposero nella mente dello scrittore: la storia del XIII secolo si poteva ambientare ai nostri giorni ( gli anni’ 20 per Maugham), sostituendo la Cina alla Maremma e il colera alla malaria.
Stiamo parlando de Il velo dipinto [2] pubblicato nel 1925.
La storia inizia in Inghilterra negli anni venti, la forma del romanzo è un monologo interiore, raccontato in terza persona. Kitty, giovane borghese, viziata e superficiale, decide di sposare, senza amarlo, Walter Fane, ai suoi occhi insignificante medico batteriologo.
Dopo le nozze la coppia si trasferisce a Shangai ed incontra, tra gli altri inglesi di stanza in Cina, l’affascinante console Charles Townsend. Kitty se ne innamora ed ha con lui una infuocata relazione.
Quando Walter la scopre , amareggiato e deluso, propone alla moglie due possibilità : immediato divorzio e matrimonio con Charles, oppure partire insieme per un piccolo paese all’interno della Cina, dove Walter andrebbe volontariamente a fare ricerche ed a curare i malati di colera, probabilmente a prezzo della vita di entrambi.
Charles non accetta di divorziare per risposarsi con Kitty, come Walter aveva previsto, mostrando di essere uno squallido opportunista che ama solo se stesso; alla donna non resta che partire.
Isolati dal mondo, a contatto tutto il giorno col dolore, la morte, la paura, pian piano i due si riavvicinano. Walter, sempre distaccato e solo apparentemente indifferente, Kitty, sempre più attenta a scoprire la persona che ha accanto: un medico apprezzato per le sue ricerche e per la sua abnegazione nella lotta contro il colera, un uomo che l’ha profondamente amata.
In poche settimane Kitty non è più la ragazza spensierata e superficiale di un tempo; scopre di essere incinta ed ammette che non è sicura che Walter sia il padre del nascituro.
Malgrado il grande apprezzamento per le qualità umane e professionali di Walter , Kitty non prova per lui nessuna attrazione e quando lui sta per morire, gli chiede sinceramente perdono e solo per pietà gli sussurra la parola “amore”. Troppo tardi.
Durante il viaggio di rientro in patria, Kitty incontra di nuovo Charles e, malgrado lo disprezzi, finisce ancora una volta fra le sue braccia.
Il libro di Maugham ha avuto tre trasposizioni cinematografiche: tutte e tre hanno tradito il romanzo:
The Painted Veil, 1934 di Richard Boleslawsky, con Greta Garbo, fu praticamente cucito addosso alla Divina, al culmine della carriera. Algida, misteriosa, androgina, la Garbo incarna l’eroina che si riscatta, dedicandosi con tutta se stessa alla cura dei malati di colera. Che volete ? è la Garbo!
Nel 1957 Ronald Neame gira Il settimo peccato, con Eleanor Parker e Jean Pierre Aumont.
Anche qui la moglie adultera si redime, ricostruendo l’armonia familiare . Come potrebbe essere altrimenti , dati i tempi?
Il film più recente è Il velo dipinto, uscito nel 2007, per la regia di John Curran , con Edward Norton e Naomi Watts protagonisti, e Liev Schreiber e Toby Jones, nei ruoli dell’amante di Kitty e del doganiere, un personaggio minore.
In quest’ultimo film, Kitty non solo impara a conoscere veramente Walter, che non ha mai smesso di amarla, ma se ne innamora.
Note
[1] Nel V canto del Purgatorio compare Pia, una delle tante figure femminili della Divina Commedia; si presenta con gentilezza, senza alcun rancore nei confronti del proprio assassino, facendo al Poeta un’unica richiesta : essere da lui ricordata quando sarà tornato tra i vivi.
In pochi versi e pochissime parole Pia racconta la sua vicenda : nata a Siena e morta in Maremma, come ben sa colui che la sposò, donandole un anello.
Un atroce fatto di cronaca del quale, presumiamo, si parlava molto ai tempi di Dante; Sapia de’ Tolomei maritata a Nello Pannocchieschi della Pietra e da lui uccisa o fatta uccidere.
Secondo alcuni l’uomo avrebbe accusato Pia di tradimento, secondo altri voleva liberarsi di lei per sposare Margherita Aldobrandeschi, come poi fece.
Probabilmente mandò Pia nel proprio castello in Maremma, sperando che si ammalasse di malaria e poi la uccise precipitandola dalla torre.
Anche la storia di Pia de’Tolomei ebbe varie trasposizioni cinematografiche:
Pia de’ Tolomei, 1910, con Francesca Bertini regia di Gerolamo Lo Savio
Pia de’Tolomei, 1941 con Germana Paolieri, Carlo Tamberlani, Nino Crisman , regia di Esodo Pratelli. Dialoghi di P.M. Rosso di San Secondo
Pia de’ Tolomei , Italia 1958, con Ilaria Occhini, Arnoldo Foà (Il conte Nello), Jacques Sernas (Ghino), regia di Sergio Grieco
[2] William Somerset Maugham, Il velo dipinto. Adelphi , 2007