a cura di Letizia Piredda
Ogni racconto dà vita ad un suo mondo, popolato di personaggi, luoghi, tempi, eventi, sentimenti, oggetti, parole,rumori, musiche, ecc. E’ a questo mondo che la narratologia ha dato il nome di diegesi.
Prendiamo ad esempio le prime immagini di un film:
Una strada nel centro di New York, il traffico delle macchine, il rumore dei clacson e dei motori, i grattacieli, gli impiegati che escono dagli uffici, i passanti che entrano nei negozi, una donna, visibilmente agitata, attraversa la strada ed è quasi investita da un’auto….
Tutto ciò è diegesi, compreso quel sentimento di agitazione così evidente nei movimenti della donna. Ma non solo. E’ diegesi anche quell’insieme di strade, macchine, grattacieli, e persone che sono fuori dallo schermo ma che noi presumiamo esistere nel mondo che il film rappresenta.
Quindi viene considerato diegetico , tutto ciò che fa parte del mondo della diegesi e extradiegetico tutto ciò che invece vi esula , pur entrando a far parte di un film.
moon riverPer capire meglio questa differenza, facciamo ricorso all’esempio della musica: la musica diegetica è quella dentro il mondo diegetico, ( trasmessa da una radio, da un giradischi, prodotta da un’orchestra ), quella musica che possono sentire anche i personaggi del film; è musica extradiegetica, invece, quella musica di commento, che , al contrario, non è interna alla diegesi, ma si sovrappone ad essa, e che solo gli spettatori, non i personaggi, possono sentire.
In molti casi, però il confine tra diegetico e extradiegetico può essere molto labile: una musica che inizia come diegetica, ad esempio una rappresentazione a un teatro d’opera, può diventare poi extradiegetica, cioè continuiamo a sentirla anche in una scena successiva che si svolge in un altro luogo.
Rondolino G., Tomasi D. Manuale del film UTET, 2011