La Trilogia del “Before” di Richard Linklater

dentro a ogni momento ce n’è un altro che avviene contemporaneamente

di Letizia Piredda

In questi tre film che tracciano un arco di tempo di 18 anni, Linklater sembra sviluppare l’arte di imbastire dialoghi spezzandone continuamente la prevedibilità: al centro dei suoi film c’è il racconto, una trama fitta intessuta di dialoghi, che scandiscono come un metronomo tutti gli attimi di cui è fatta la nostra vita. Ha scelto gli attori in modo meticoloso: belli e straordinariamente bravi, Ethan Hawke e Julie Delpy. Ma la sua filosofia sembra più un rovesciamento del Carpe diem, di quel cogli l’attimo a cui siamo stati abituati. Linklater ci dice che è l’attimo a cogliere noi, sempre impreparati, sempre indecisi: difficile vivere quell’attimo che poco dopo sfiorisce. Con tutte quelle parole, con tutti quei giri di parole riesce a esprimere la traiettoria arzigogolata labirintica dei sentimenti, l’andirivieni del desiderio, ricama, sogna, torna alla realtà, ma qual è la realtà che conta, quella vera…

Before Sunrise

Nel primo episodio cadiamo nel sogno, nell’innamoramento di Jesse e Celine, che forse non avrà un domani. Poi nel secondo li troviamo con storie separate alla presentazione del suo libro in cui Celine si riconosce, con un aereo che incombe su di loro, ma non troppo.
Ma è al terzo episodio che cominciamo a barcollare: Jesse e Celine convivono e hanno due gemelle e il rapporto è un continuo battibecco, una critica continua all’altro che non fa, che non dà: succede così quando l’amore diventa reale…

Before Sunset

E noi spettatori, che non siamo mai stati spettatori, vorremmo che sia un’altra coppia quella del terzo episodio, che sia un’altra storia a parte, sulle delusioni che qualsiasi amore comporta per diventare reale.
Del resto i film hanno raccontato separatamente l’innamoramento, la crisi , la separazione.
Ma la bravura di Linklater sta proprio nel raccontare tutto in un continuum con gli stessi attori il sogno, lo splendore nell’erba, l’innamoramento, il ricominciare l’infinito, e poi il distacco, il ritrovamento e poi l’unione finale…con tutti i battibecchi, le continue critiche reciproche  per quello che l’altro non fa, per quello che l’altro non dà, il sentirsi prigionieri di una situazione da cui non è possibile uscire.
Amaramente prendiamo atto di questo nuovo capitolo e dolorosamente cerchiamo di elaborare, nostro malgrado, la fine del sogno.

Before Midnight

Ma facciamo qualche passo indietro e riprendiamo le parole di Cèline in Before Sunrise, parole che restano valide anche nell’ultimo episodio, anche dopo gli scazzottamenti inevitabili di una vita in comune. E sentite come addolciscono anche la più disperata delle realtà…
“Sai io credo che se esistesse un qualsiasi Dio, non sarebbe in nessuno di noi. Né in te, né in me, ma solo in questo piccolo spazio nel mezzo. Se c’è una qualsiasi magia in questo mondo, deve essere nel tentativo di capire qualcuno condividendo qualcosa. Lo so è quasi impossibile riuscirci, ma che importa in fondo? La risposta deve essere nel tentativo.”

Informazioni su Letizia Piredda 208 Articoli
Letizia Piredda ha studiato e vive a Roma, dove si è laureata in Filosofia. Ha frequentato per diversi anni Corsi Monografici di Analisi di Film e più di recente Corsi di Critica Cinematografica presso Sentieri Selvaggi, Longtake e La Critica ritrovata. Ha tenuto Seminari su tematiche di cinema presso l’Università di Perugia. Da 3 anni collabora con il sito Longtake. Ha vinto il Concorso di Critica Cinematografica over30 nell’ambito del Longtake Film Festival 6 Edizione, 2024

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