Festa del Cinema di Roma: Palm Springs. Un Film di successo che narra l’assurdità della vita.

di Pino Moroni
Artapartofculture.net

Ma c’è proprio bisogno di un loop temporale per togliere dalla confusione esistenziale un uomo ed una donna e farli innamorare o il loop temporale è strumentale per creare una maggiore confusione esistenziale sull’amore di un uomo ed una donna? La risposta è che il film Palm Springs, che racconta una storia d’amore metafisica o fantascientifica, influenzata dalla teoria quantistica, è quello di cui tutti parlano e che dalla prima presentazione al Sundance Film Festival non ha mai cessato di battere record di incassi. E questo è quello che conta.

Vivi come se non ci fosse un domani è il sottotitolo e forse anche questo concetto è oggi quello che conta. Per cui in questo momento di grande confusione esistenziale (ed anche sanitaria) il pubblico preferisce rifugiarsi in una narrazione in cui i personaggi sono costretti a rivivere in continuazione un passato già vissuto in un ciclo continuo che si ripete all’infinito. Che in fondo è una trappola ma anche una fuga dalla realtà in una sua evoluzione così complicata e sgradevole in cui in fondo nulla ha anche più senso.  Ecco quindi il successo di questo film non eccezionale, che confonde molto le idee ed il filo della logica, nel tentativo parodistico di dare più senso alla vita.

L’idea non è nuova. Ricalca Ricomincio da capo (1993) di Harold Ramis, con la presenza di un grande Bill Murray che era costretto a vivere lo stesso giorno (il giorno della marmotta, in una festa locale a Punxsutawney, Pennsylvania) all’infinito, prima di poter uscire dall’anello temporale nel quale era entrato.

In Palm Springs sono Nyles (Andy Samberg) un bambinone svitato e Sarah (Cristin Milioti) una ingenua svagata, a trovarsi intrappolati nel giorno del matrimonio della sorella di lei.

Nel film questo giorno di matrimonio (9 novembre 2016, data della elezione presidenziali di Trump), nell’affascinante cornice degli eleganti alberghi di Riverside (California), è girato più volte in tutte le sue declinazioni. Ma c’è anche un amore che stenta a nascere, tra camere di resort, piscine luminose e bar da vecchia america.

E poi ci sono assurdità accelerate, situazioni slapstick e humor demenziali, che dovrebbero far ridere a crepapelle come dicono le critiche entusiaste. Nyles e Sarah sono costretti a vivere lo stesso giorno ancora ed ancora, eliminandosi con ogni mezzo come cartoon da videogioco, ma risvegliandosi sempre con il solito tormentone ma che giornata stupenda per un matrimonio.

Intorno come in tutte le assurde giovaniliste commedie americane una umanità fasulla e pervertita (American Pie) a ripetere e ripetere una cerimonia ipocrita che, considerate le prevedibili conseguenze (tradimenti e divorzi), tutti vorrebbero non arrivasse mai.

Il misconosciuto Max Barbakow, supportato dalla sceneggiatura di uno studente dell’American Film Institute, Andy Siara, e coprodotto dal gruppo Lonely Island (di cui fa parte Andy Samberg), attori comici famosi per il loro stile comedy rap (con uso smodato di tweet, meme, snapchat e musica sperimentale), ha avuto la fortuna di dirigere due attori molto in sintonia, ricchi di mimica e di tempismo nel creare un rapporto, alternato di sketch comici e pause sentimentali.

Usando all’ americana tutta l’esperienza fatta da Samberg nella sua partecipazione alla trasmissione di successo Saturday Night Live. Ma ha avuto anche l’intuizione che in un momento di vuoto tra il mondo precedente ed il futuro imprevedibile che verrà, siamo in fondo tutti intrappolati in un presente in cui non viviamo che il nulla.

Max Barbakow
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Lorenza

Buongiorno Pino grazie per questo articolo e la sua eccellente conclusione. La Festa del Cinema annoverava il film tra gli imperdibili e con entusiasmo mi sono seduta in sala alle 9 del mattino con un’amica. Dalle distanze delle nostre poltrone ci siamo scambiate occhiate perplesse e annoiate per tutta la prima parte. E anche dopo non è andata granché meglio. Sono contenta per attori , regista e sceneggiatore che devono essersi divertiti un mondo. Noi un po meno, ma è indubbio che esiste un ampio pubblico che preferisce affrontare il vuoto con questi giochi razionali.

Pino

Ciao Lorenza, per me è ancora peggio. Nel cinema presente c’è la volontà di raggiungere il più ampio pubblico con l’irrazionale. E questo è quello che conta, visto il successo del film.