Il pensionante (The Lodger), 1927 di Alfred Hitchcock

a cura di Letizia Piredda

Il primo periodo dei film di H., detto periodo britannico, in genere meno conosciuto al grande pubblico, include diversi film muti, di cui solo alcuni con un sottofondo musicale. In questi film in cui si può toccare con mano l’influenza di Murnau e dell’espressionismo tedesco, non ci sono solo thriller, ma anche commedie drammatiche, come The Ring e The Manxman, dove restiamo sospesi per tutto il tempo sul possibile finale della storia. The Lodger è considerato dallo stesso Hitchcock  il primo film alla Hitchcock. Ecco come lo introduce ne Il cinema secondo Hitchcock[1]:

Partendo da una trama semplice, sono stato costantemente animato dalla volontà di presentare per la prima volta le mie idee in forma puramente visiva. Infatti H. ci fa seguire il percorso della notizia della ragazza uccisa all’inizio del film: seguiamo un giornalista che parla al telefono con la propria agenzia, la notizia viene battuta sulla macchina dell’agenzia, poi è ritrasmessa e arriva sulle telescriventi…Nei club la gente ne prende conoscenza, poi è annunciata alla radio e appresa da coloro che l’ascoltano, infine passa sul giornale luminoso nella strada come a Times Square; a ogni passaggio aggiungo un’informazione supplementare, così se ne ricava un quadro sempre più ampio…Quest’uomo uccide soltanto le donne…Invariabilmente le bionde…Sempre il martedì…Quante volte l’ha fattoPoi il giornale della sera è stampato e venduto nelle strade  e poi prosegue riprendendo l’effetto della notizia sui diversi lettori.

Diffusione della notizia dell’assassinio della ragazza

Con questa sequenza puramente visiva H. ci dà un esempio incisivo di quanto le immagini parlino di più e meglio di qualsiasi messaggio verbale: infatti attraverso le immagini è possibile reiterare le informazioni che si ritengono fondamentali e man mano ampliarle in modo che lo spettatore le possa cogliere e progressivamente consolidarle.

Ma il gusto che dà la lettura di questo libro insostituibile per conoscere ed apprezzare H., sono le curiosità, i dettagli, la scena che non è riuscito a girare…

Proprio in questo film H.  voleva ottenere un’inquadratura particolare, (ma non c’è riuscito), ecco il suo racconto: questo è il furgone (H. sta disegnando per far capire la scena a Truffaut) del giornale ripreso dal di dietro e poiché i vetri posteriori sono ovali, si possono distinguere i due uomini seduti davanti, il guidatore e il suo compagno; è visibile solo la parte posteriore delle loro teste e, siccome il furgone ondeggia per le curve, si ha l’impressione di un volto con due occhi e le pupille che si muovono. Sfortunatamente non ci sono riuscito.

Il furgone visto da dietro

Non a caso questo film viene considerato il primo film alla Hitchock: infatti contiene il tema tipicamente hitchcockiano che ritornerà in quasi tutti i suoi film: l’uomo che viene accusato ingiustamente di un delitto che non ha commesso. H. spiega così il motivo di questo tema ricorrente: In effetti il motivo dell’uomo accusato ingiustamente procura allo spettatore una sensazione di pericolo più forte, perchè ci si immedesima più facilmente con quest’uomo che non con un colpevole in procinto di evadere. Tengo sempre presenti le reazioni del pubblico.

Un’altra nota interessante è che l’attore protagonista del film Ivor Novello era una vedette del teatro di Inghilterra, e all’epoca lo star system non permetteva assolutamente che un divo recitasse la parte di un delinquente. Ovviamente questo influenzava notevolmente la dinamica della storia: non solo il divo non poteva impersonare l’assassino, ma se era sospettato di omicidio, come in questo caso, si rendeva necessaria un’affermazione esplicita della sua innocenza.
In questo film iniziano le apparizioni di H. : è seduto dietro una scrivania nella redazione di un giornale; ma è meglio identificabile in una successiva apparizione, in mezzo ai curiosi che assistono alla cattura di Ivor Novello. Porta un berretto e si appoggia alla famosa ringhiera. E’ il terzo curioso partendo da destra. Ecco qui la foto:

The Lodger : seconda apparizione di H. con il berretto, appoggiato alla ringhiera

Queste apparizioni, come H. spiega a Truffaut, all’inizio sono funzionali al film, perchè era necessario riempire lo schermo, successivamente diventano una superstizione e alla fine una gag.
Hitchcock è apparso in 39 dei suoi film, numero che ricorda la sua pellicola Il club dei trentanove (The 39 Steps) del 1935.


Note

[1] The Lodger, Il pensionante, 1927 di Alfred Hitchcock con Ivor Novello,
una vedette del teatro in Inghilterra.

[2] François Truffaut. Il cinema secondo Hitchcock. Il Saggiatore, 2014

Informazioni su Letizia Piredda 184 Articoli
Letizia Piredda ha studiato e vive a Roma, dove si è laureata in Filosofia. Da diversi anni frequenta corsi monografici di analisi di film e corsi di critica cinematografica. In parallelo ha iniziato a scrivere di cinema su Blog amatoriali.
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