Matrioska

Un ‘fine’ saggio di fine corso degli allievi del terzo anno dell’Accademia STAP BRANCACCIO

di Tano Pirrone

Spazio Diamante è un piccolo teatro su via Prenestina; l’ho frequentato spesso per recensirne gli spettacoli: sempre pièce di qualità, tanto sul piano della scrittura, quanto dell’interpretazione. Prima della chiusura per la pandemia e le successive difficoltà di ripresa, avevo deciso di vedere gli spettacoli messi in scena dagli allievi del terzo anno dell’Accademia Stap Brancaccio. Mi si è presentata solo ora, in questo timida ripresa invernale, l’occasione propizia; sono andato così a vedere la sesta edizione della rassegna di riscritture degli allievi del terzo anno, denominata Classici del Secolo futuro – Quattro riscritture senza paura.

Lo spettacolo allestito per l’apertura della rassegna (15 e 16 dicembre) è stato Matrioska; seguiranno, nell’ordine, il prossimo anno, Dal cuore delle città invisibili (da “Le città invisibili” di Italo Calvino), il 23 e 24 febbraio; Chi è, chi non è (da “Ciascuno a suo modo” di Luigi Pirandello) il 6 e 7 aprile; Se il cuore non mi tiene (liberamente tratto dalle opere di Pier Paolo Pasolini) l’8 e il 9 giugno.

I lavori sono elaborati e interpretati da dodici allievi, i cui nomi voglio riportare di seguito, sperando di ritrovarli in futuro su locandine impegnative nei prossimi anni: Saverio Barberio, Claudio Cammisa, Raffaele Elmetto, Matteo Esposito, Alberto Gandolfo, Michela Nicolai, Camilla Paoletti, Fabiana Pesce, Giacinta Pittaluga, Flavia Prugnola, Diletta Ronga, Marta Savoia.

Tutti molto bravi! È evidente la passione che hanno messo nel loro lavoro e come questa passione si intrecci armonicamente con il piacere di farlo e come ognuno di loro abbia intrecciato un forte sodalizio con gli altri compagni del gruppo. Ho indagato, ed ho saputo della solidarietà e complicità che fra loro intercorre. Questo è già un primo grandissimo risultato: amare l’arte e attraverso essa imparare l’arte di amare la vita e godere dei rapporti umani con profondità e convinzione. Questi giovani mi hanno esaltato, mi hanno dato fiducia nelle ultime generazioni, lontane da me e dai miei tempi, eppure così vicini negli aneliti di crescere, di creare dei propri spazi, territori in cui provarsi e riconoscersi. Non so se tutti i partecipanti “saranno famosi”. Me lo auguro, di vero cuore e lo auguro a tutti e ad ognuno di loro, per il loro impegno, per la loro fiducia, per le loro forze fresche e commisurate allo sforzo richiesto da questi amari tempi pandemici. Alcuni mi sono parsi più (no, dotati, no, non mi piace!), più plasmati, più aderenti alla necessità di perdersi nei personaggi: quell’autista siciliano, la piccola vittima russa, il timido borderline e la “professionale” maitresse, che ha forza e visione per dirigere ogni eterogenea brigata.

Complimenti ai responsabili dell’Accademia, per l’ottimo lavoro fatto, a Lorenzo Gioielli, direttore artistico, di cui cogliamo l’assunto: «Noi vogliamo che i nostri allievi, alla fine del percorso triennale, siano in grado di interpretare qualunque personaggio con profondità e coraggio, siano capaci di scrivere un testo che riguardi sia loro che il pubblico e che siano all’altezza di dirigere i propri colleghi aiutandoli registicamente a esaltare le loro prestazioni»; e a Giampiero Rappa, tutor drammaturgia e responsabile della regia, amatissimo dai ragazzi, se dobbiamo dar retta agli applausi e agli ululati, che hanno accompagnato la sua chiamata in scena, per il lunghissimo, caloroso, equo applauso finale.

Oggi e sempre: merde… merde… merde!

Informazioni su Tano Pirrone 94 Articoli
Sono siceliota, greco di Sicilia, figlio degli orgogliosi e valenti coloni che fondarono l’antichissima Hydra, che fu poi l’Ayn Sindi degli Arabi e, in ultimo, Francofonte, mio borgo natio. Ho frequentato il liceo classico. Negli anni ’70 ho vissuto due lustri a Palermo, dove ho lavorato svolgendo con passione attività sindacale nella FLM e intensa attività politica. Dal 1981 vivo con mia moglie Paola a Roma, dove, ora, mi prendo cura delle piante della mia terrazza; dei miei amici, che sono sempre meno e sempre più cari; vedo film e serie tv, vado al cinema e al teatro, seguo qualche mostra: leggo, studio; scrivo ogni tanto di cinema, di libri, di teatro, e di altre cose, segnatamente per me stesso. Pubblico pure su RedazioneCulturaNews, Ponzaracconta, Odeonblog, ed altri siti di cinema, di teatro e di poesia. Sono autore di due raccolte di poesie, Mye, 2022 e Poets Are Not Nice, 2025. Ho due figli, Francesco e Andrea, ed avevo un cane, Bam, che continua ad accompagnarmi dovunque io vada. Nell’ottobre del 2022 sono diventato nonno orgogliosissimo di Vittorio, figlio di Andrea e Sara, che, a quanto si dice in famiglia, finirà fra non molto di godere della condizione privilegiata di figlio unico. Sono faticosamente di sinistra, qualunque cosa ciò voglia oggi dire. Sono stato incendiario ed ora dovrei ragionevolmente essere pompiere… ma è tutto sinceramente complicato!

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