La grande illusione-Storie di uno spettatore di Roy Menarini

Riportiamo la presentazione del libro di Roy Menarini[1] pubblicata sull’ultimo numero (N.30) di FilmTV

la Redazione

Come in uno specchio
di Alberto Pezzotta

Tra le storie degli spettatori più o meno teoriche e/o autobiografiche, da Brunetta a Caselli, da Calvino a Ungari, La grande illusione di Roy Menarini non è solamente la più recente, e quindi quella in cui il più ampio numero di lettori può identificarsi. È anche emblematica di una serie di recenti cambiamenti epocali che si sono succeduti e sovrapposti con una rapidità di fronte a cui la teoria spesso è stata colta di sorpresa. Menarini, che appartiene alla generazione X, ha fatto in tempo a frequentare le sale parrocchiali bolognesi, e oggi ragiona sul cinema in piazza vanto della sua città; è nato, come spettatore, sotto il segno della pellicola, e la pellicola continua a cercare. Rispetto ad altri della sua generazione sembra essere stato meno segnato dalle tv private e dalle varie forme di home video, preferendo sempre una dimensione comunitaria, in mezzo a tanti tipi di pubblico – compreso quello delle famiglie nei multiplex la domenica pomeriggio. Non ha nulla dello snob o del frequentatore di bassifondi cinematografici, ed è anche per questo che ciò di cui parla corrisponde effettivamente a punti di svolta planetari, a mutamenti di paradigma che hanno fatto la Storia. Scopre la serialità ai tempi di Heimat 2 – Cronaca di una giovinezza e del primo Twin Peaks, prima che diventasse un mondo parallelo in concorrenza con il cinema. Cresce nei festival, scontrandosi con il diverso (quelli che fischiano Vive I’amour di Tsai Ming-liang a Venezia nel 1994), ma cogliendone tutto il valore comunitario. Si accosta senza pregiudizi agli eventi per il grande pubblico, inforca gli occhiali del 3D e in tempi di COVID-19 non vede l’ora di tornare in sala. Lo fa per Tenet, dove dalla mascherina (dentro e fuori il film) si passa ai Lumière. Non è che non conosca la nostalgia, ma non ne fa mai un feticcio identitario. É curioso di quello che verrà, anche se sa che quasi tutto è già stato detto – da Buster Keaton, per esempio. E scrive un libro ricchissimo in cui, giovani o vecchi, ci si trova rispecchiati.

E’ possibile leggere un capitolo di La grande illusione-Storie di uno spettatore di Roy Menarini e contribuire con le proprie storie, cliccando qui

[1] Roy Menarini. La grande illusione-Storie di uno spettatore. Mimesis, 2021

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