Il raccordo cinematografico

a cura di Letizia Piredda

Nel cinema classico, il montaggio va utilizzato, ma deve essere invisibile: questo tipo di montaggio si chiama decoupage classico. Uno  dei principi chiave del decoupage classico, è quello della continuità, che ha lo scopo di controllare la forza disgregatrice del montaggio, per dar vita a uno scorrevole flusso d’immagini da un’inquadratura all’altra e facilitare così la proiezione dello spettatore nel mondo della finzione.
Per fare questo si è ricorso ad alcuni accorgimenti come la costanza e l’omogeneità dell’illuminazione, la centralità dei personaggi e dell’azione in rapporto allo spazio inquadrato.
Ma un ruolo essenziale, in questo ambito, l’ha giocato il raccordo, che ha il compito di mantenere degli elementi di continuità tra un piano e l’altro, in modo che ogni mutamento di inquadratura venga effettuato nel modo meno evidente possibile.

Ci sono vari tipi di raccordo:
il raccordo di sguardo: un personaggio che guarda qualcosa, l’inquadratura successiva ci mostra  questo qualcosa;
il raccordo sul movimento: un gesto iniziato nella prima inquadratura si conclude nella seconda;
il raccordo sull’asse: due movimenti di un’azione sono mostrati in due inquadrature; la seconda si trova sullo stesso asse della prima ma più vicina o lontana di questa rispetto a chi fa l’azione.
il raccordo sonoro: una battuta di dialogo, un rumore o una musica si sovrappone a due inquadrature, legandole così tra loro.
Per capire meglio i vari tipi di raccordo, analizziamo una scena di Colazione da Tiffany, (Breakfast at Tiffany, Blake Edwards, 1961).

Il video ci permette di osservare in sequenza i vari tipi di raccordo:

  1. Mezza figura del giovane Paul (George Peppard) che sta tentando di scrivere un racconto . Seduto al tavolo, batte i tasti di una macchina da scrivere. Fuori campo si sente una chitarra che suona Moon River.
  2. Raccordo di sguardo. Dettaglio del foglio su cui scrive Paul: si legge “C’era una volta una ragazza , molto carina, molto impaurita. Era sola, eccetto che per un gatto senza nome“. Alle note di Moon River si aggiungono le parole della canzone cantate da una voce femminile. I tasti smettono di battere sul foglio.
  3. Mezza figura di Paul che distoglie lo sguardo dalla pagina e lo dirige verso la finestra, prima di alzarsi e andare alla finestra per aprirla.
  4. Raccordo di movimento. Paul, affacciato alla finestra guarda verso il fuoricampo, oltre il margine inferiore dell’inquadratura. La mdp lo riprende dal basso, in figura intera. Il suo corpo è messo in cornice dalle griglie metalliche della scala antincendio.
  5. Raccordo di sguardo. Figura intera di Holly (Audrey Hepburn), la ragazza che abita al piano di sotto e di cui Paul è innamorato. L’angolazione è dall’alto, Holly è seduta alla finestra, che la incornicia, e canta con la chitarra in mano.
  6. Raccordo sull’asse in avanti e nuova inquadratura di Holly, più ravvicinata della precedente, questa volta in mezza figura. L’angolazione è sempre dall’alto.
  7. Mezzo primo piano di Paul alla finestra, inquadrato dal basso.
  8. Raccordo di sguardo. Primo piano di Holly che, dopo un po’ smette di cantare, solleva lo sguardo e saluta.
  9. Raccordo di sguardo. Mezzo primo piano di Paul che contraccambia il saluto.
  10. Raccordo di sguardo. Primo piano di Holly che scambia qualche parola con Paul.

Questa scena è costruita da un uso del montaggio che tende ad accentuare gli elementi di continuità da una scena all’altra.
Un altro aspetto di questa scena è quello legato al meccanismo di costruzione del climax, inteso come un crescendo graduale degli aspetti stilistici che portano al clou di una sequenza narrativa.
Nella scena che abbiamo visto il climax si costruisce attraverso un avvicinamento progressivo a quel momento forte, tipico di molto cinema hollywoodiano, che è l’enunciazione del primo piano della star:

5. Figura intera di Holly
6. Mezza figura di Holly
8. Primo piano di Holly

G.Rondolino e D. Tomasi. Manuale del film.Linguaggio racconto analisi. UTET, 2011

Informazioni su Letizia Piredda 177 Articoli
Letizia Piredda ha studiato e vive a Roma, dove si è laureata in Filosofia. Da diversi anni frequenta corsi monografici di analisi di film e corsi di critica cinematografica. In parallelo ha iniziato a scrivere di cinema su Blog amatoriali.
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