Eyes wide shut: uno stretto legame tra libro e film

di Francesca Alatri

Mettere in scena l’argomento di Doppio Sogno (Traumnovelle) di Arthur Schnitzler è stato per Kubrick espressione di un’esigenza profonda che ha coltivato per tutta la vita.  
Kubrick conosceva tutto il lavoro di Schnitzler e aveva già pensato di realizzare film da altre sue opere [1] perché ne ammirava la nascosta motivazione psicologica.
Sembra che  Kubrick  abbia dato da leggere alla moglie Christiane[2] il libro di Schnitzler[3] già nel 1968  e che lei lo abbia scoraggiato liquidando la novella come una tediosa roba viennese alla quale non valeva la pena dedicarsi.[4]
Nonostante  il tentativo dissuasivo della moglie, Kubrick, pochi anni dopo  (nel 1971) acquista  i diritti cinematografici del racconto e  continua a coltivare l’idea di realizzarne un film; negli anni continuò a far leggere il racconto a  molti produttori e collaboratori cercando di chiarirsi il progetto che aveva in testa  fino a realizzarlo nel 1998.
Una lunga gestazione quindi che ha comportato anche un lungo processo di introspezione.
La trama  di EWS ricalca perfettamente quella della novella di Schnitzler, così anche il film esplora il conflitto all’interno del matrimonio tra adulterio/famiglia, istinto/ragione e sopra ogni cosa tratta dell’equiparazione tra i sogni e la realtà che sarebbe potuta essere.
Allo sceneggiatore, Frederic Raphael [5],  Kubrick  disse subito che non sapeva che film volesse girare e che non aveva le idee affatto chiare sulla messa in scena del racconto di Schnitzler, ma solo che voleva essere fedele al testo . Segui Arthur (Schnitzler), lui sa come raccontare una storia diceva sempre allo sceneggiatore.  Per Kubrick  non c’era nulla da aggiungere o modificare perché, secondo lui, i rapporti tra uomo e donna  nella sostanza non erano cambiati.


Rispetto al testo di Schnitzler l’unico vero cambiamento che Kubrick opera è quello di trasporre l’ambientazione dalla Vienna della fine 800 alla New York degli anni 90 e di fare di Fridolin e Albertine,  una coppia della borghesia WASP newyorkese, [6] William (detto Bill) Harford [7] e sua moglie Alice.  Inoltre mentre Traumnovelle si svolge a Carnevale  (cosa che giustifica le feste mascherate del racconto) Kubrick ambienta EWS a Natale, festa cristiana per eccellenza… ma anche la più consumistica dei nostri giorni.
Kubrick voleva rendere cinematograficamente la sostanza del testo di Schnitzler. Ma ciò era  difficile da realizzare.
La maggior parte dei film di Kubrick sono tratti da libri, ma nel suo trascorso cinematografico si trova sempre una grande libertà dal canovaccio letterario a cui i suoi film fanno riferimento.
Non scordiamoci che Kubrick nasce professionalmente come fotografo[8] e l’immagine fotografica (non certo i dialoghi), accompagnata da una musica che ne sottolinei la potenza, rimane il cuore della sua visione cinematografica e la cifra fondamentale dei suoi film[9].
Rendere in immagini i pensieri e i sogni di Traumnovelle, ed in particolare il monologo interiore che contraddistingue la scrittura di Schniztler, è stata una sfida che Kubrick ha voluto raccogliere ma che non è riuscito a vincere completamente. Il bisogno di  fedeltà al testo alla fine lo ha  penalizzato, ingabbiando in qualche modo la sua creatività. 
Alcuni dati e curiosità:
EWS esce nel 1999, 12 anni dopo il suo ultimo film – che era stato Full Metal Jacket e dopo non solo 30 anni di gestazione, ma 2 anni e  4 riscritture di sceneggiatura.
Frederic Raphael fu ingaggiato da lui nell’estate del 1994. Le riprese di EWS iniziarono nell’ agosto 1996 e durarono 18 mesi. Sembrerebbe la più lunga lavorazione della storia del cinema[10].
Fu un lavoro estenuante per Kubrick che muore di infarto il 7 marzo 1999,  6 giorni dopo aver consegnato il film alla Warner Bros.
Possiamo pensare che se non fosse morto così presto ci  avrebbe  rimesso le mani, cosa che era solito fare con i suoi film anche dopo la loro uscita.[11]
Così com’ è il film dura 2’30”.
Nonostante questo, è il film di Kubrick che ha incassato più di tutti, forse perché,  a causa del battage pubblicitario fatto  all’epoca,  le persone si aspettavano un film erotico al limite della pornografia.
Il film fu presentato al Festival di Venezia da Tom Cruise e Nicole Kidman[12].
Per Kubrick fu  il suo film migliore.
Due parole sul titolo: come tutti sapete Eyes Wide Shut è un ossimoro,  è come dire Occhi spalancati Chiusi. Già nel titolo si può leggere quindi il tema del doppio che percorre tutto il film: nudità e mascheramento, immaginazione e realtà. Ma anche il tema del sogno dove gli occhi sono contemporaneamente chiusi e aperti.
Kubrick sceglie per i due protagonisti due attori  realmente sposati nella vita (Tom Cruise e Nicole Kidman) perché, dichiarò,  voleva cogliere l’intimità esistente tra loro. 
Inserisce solo  un  personaggio nuovo (Victor Ziegler)  interpretato da  Sydney Pollack.

Due parole  sull’unico personaggio importante completamente inventato da Frederic Raphael, tra l’altro l’unico personaggio riconoscibile come ebreo: Victor Ziegler (interpretato magistralmente dal regista e attore Sydney Pollack[13]).
Victor Ziegler è un uomo d’affari, ricco e cinico. Un po’ il cuore di tenebra del film. Ed è anche l’unico personaggio ebreo del film3

Allora spendiamo qualche parola sul rapporto tra Kubrick e la sua ebraicità.
Stanley Kubrick nasce a New York da una famiglia ebraica (padre di origini askenazite). Padre e madre sono entrambi non religiosi tant’è che Kubrick non fa neanche il Bar Mitzvà.
Kubrick era dichiaratamente ateo,  non si pronunciò mai sul suo ebraismo né su Israele. In una intervista disse che semplicemente gli era successo di avere genitori  ebrei.
Alcuni critici hanno considerato Kubrick un “ebreo con l’odio di sé” e l’aver scelto di rappresentare l’unico ebreo in EWS una figura così squallida come Victor Ziegler supporterebbe questa tesi.
Quando lo sceneggiatore Frederic Raphael, ebreo egli stesso,  e come lui americano trapiantato in Inghilterra, gli aveva fatto notare che il testo di Schnitzler era impregnato di ebraicità, lui aveva  sostenuto con forza che non ci dovevano essere nel film allusioni agli ebrei.  Per non “infastidire il pubblico”. 
Nonostante questo Raphael definisce SK  “l’ebreo errante sedentario, radicato, senza radici,  nelle proprie difese”, e afferma che è assurdo pensare di comprenderlo senza tenere nel debito conto la sua ebraicità, un aspetto fondamentale tanto della sua mentalità quanto della sua opera.[14]
Per Nathan Abrams[15], grande studioso di Kubrick, EWS è il film che svela maggiormente la ebraicità di Kubrick.
Sappiamo che, dopo Full Metal Jacket, aveva in mente di realizzare un film sulla Shoah, che si sarebbe dovuto chiamare Aryan Papers[16] (Documenti Ariani) e  che non portò a termine perché  nel 1993 uscì Schindler List.   Di questo film, nonostante la sua amicizia con Spielberg, fu molto critico. Dichiarò che per lui non era un film sulla Shoah. Ma era un film sul successo . L’Olocausto riguarda 6 milioni di persone che vengono ammazzate. Schindler List parla di seicento persone che non vengono ammazzate [17] .
Nonostante tutto questo sappiamo che al suo funerale fu celebrato il Kaddish, [18]


[1] Death of a Bachelor, racconto poi rivelatosi troppo breve per realizzarne un film
[2] Terza moglie che dichiarò suo marito vedesse molti parallelismi tra il rapporto matrimoniale di Traumnovelle e quello da lui avuto con  la seconda moglie Ruth Sobotka.
[3] Tradotto in inglese il titolo era Rhapsody: A Dream Novel.
[4] Questa cosa viene raccontata dalla moglie di SK Christiane a Gene D. Phillips (storico del cinema Loyola University, Chicago) in un’intervista che lui le fece (p. 13 Rubettino).
[5] che ha poi scritto un libro sul suo tormentato rapporto con SK e sul laborioso lavoro di scrittura da lui intrapreso.
[6] WASP tradotto in italiano con “Bianco Anglo-Sassone Protestante“, indica un cittadino statunitense discendente dei colonizzatori originari inglesi, non appartenente quindi a nessuna delle tradizionali minoranze. 
[7] Lui ha pensato in un primo momento  a Harrison Ford  (come esempio perfetto di non ebreo) per il  personaggio di Fridolin  e Harford è la crasi del suo nome.
[8] dal 1945 al 1949 lavora per la rivista “Look”.
[9] ricordiamo tutti  Così parlò Zarathustra di Strauss  in 2001 Odissea nello spazio e la nona di Beethoven in Arancia Meccanica tanto per dire le arie più famose.
[10] Nathan Abrams pag 1.
[11] a 2001 Odissea nello Spazio tagliò 19’ dopo l’uscita del film.
[12] La mia Africa, Tootsie, Come eravamo.
[13] Frederic Raphael  pag 108.
[14] Professore di cinematografia alla Bangor University in Wales, UK, studioso di Kubrick e dell’influenza dell’ebraismo nella cinematografia occidentale del XX sec.
[15] Da Wartime Lies di Louis Begley.
[16] ibidem
[17] una delle più antiche preghiere ebraiche recitato ai funerali e ai memoriali.

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