Intervista a Emmanuelle Mouret, regista di Tre amiche (2024).

a cura di Letizia Piredda

Sul penultimo numero di Film TV (N.14/25) è comparsa un’interessante intervista a Emmanuelle Mouret, regista di Tre amiche, presentato in concorso a Venezia 81 e da poco uscito nelle sale. Intervista che ci permette di conoscere la personalità del regista e il modo in cui costruisce i suoi film , dove convivono la classicità di Lubitsch, la modernità di Renoir, i dilemmy di Woody Allen, la limpidezza di Rohmer.
Mouret ha paragonato la messa in scena con l’erotismo, dato che tutti e due si basano su qualcosa che si mostra e qualcosa che si nasconde.
Il senso della messa in scena sta nella scelta tra cosa mostrare e cosa no, e nel rapporto che, su queste basi, si crea con lo spettatore.L’erotismo agisce in modo analogo sul nostro immaginario tra cose svelate e cose nascoste. Se in un film viene mostrato tutto, non c’è più spazio per lo spettatore, esattamente come nella seduzione.

In alto a sn Una relazione passeggera, in alto a dx Tre amiche, in basso Lady J.

Dall’intervista emerge che sono soprattutto le donne a riflettere sui sentimenti, a andare in analisi, a far parte di associazioni culturali in cui si condivide l’introspezione. E questo spiega la predilezione di Mouret per le protagoniste femminili.
Sul piano stilistico il suo è un cinema classico e moderno insieme: infatti la sua regia è invisibile come quella di un film classico, ma al classico uso del campo controcampo preferisce quello dei pianisequenza.
“Per me moderno significa qualcosa che non invecchia e quindi una cosa moderna è anche inattuale. Nietzsche diceva che nell’arte ci interessa l’inattualità. Credo che il classicismo sia moderno perché ciò che chiamiamo “classico”, è ciò che non invecchia, è sempre all’opera. Ogni volta che si fa un film c’è sempre questo rapporto tra ciò che è dimostrativo e qualcosa di più trasparente. Io amo il cinema narrativo, amo l’eleganza della messa in scena, mentre amo meno- per quanto pure io a volte ci caschi – ciò che è troppo dimostrativo, la regia che si mostra troppo”.

Tra i film precedenti di Mouret segnaliamo: Lady J (2018) su Netflix e Una relazione passeggera (2022) su Prime video e Itunes.


 

Informazioni su Letizia Piredda 206 Articoli
Letizia Piredda ha studiato e vive a Roma, dove si è laureata in Filosofia. Ha frequentato per diversi anni Corsi Monografici di Analisi di Film e più di recente Corsi di Critica Cinematografica presso Sentieri Selvaggi, Longtake e La Critica ritrovata. Ha tenuto Seminari su tematiche di cinema presso l’Università di Perugia. Da 3 anni collabora con il sito Longtake. Ha vinto il Concorso di Critica Cinematografica over30 nell’ambito del Longtake Film Festival 6 Edizione, 2024

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