Il fascino dei film-concerto: un ”piccolo” genere a se stante?

di Andrea Chimento

Si apre con la bellissima citazione riportata qui sopra The Last Waltz di Martin Scorsese del 1978, uno dei film-concerto più riusciti della storia del cinema, incentrato sull’ultima apparizione dal vivo del gruppo The Band.

Il regista di Taxi Driver è poi tornato a questo genere con Shine a Light, mettendo al centro i suoi amati Rolling Stones, ma nella sua filmografia ha anche più volte omaggiato Bob Dylan e non va dimenticato che, nel 1970, era assistente e supervisore del montaggio di Woodstock, bel documentario che raccontava uno dei concerti più celebri della storia.

In quest’estate ricca di notevoli eventi di musica dal vivo (molti in programma nei mesi passati sono stati posticipati a queste settimane a causa della pandemia), può essere interessante ripensare a questo (sotto?)genere che ha spesso coinvolto autori importanti del cinema di finzione.

Dopo Scorsese, il nome probabilmente più significativo è quello di Jonathan Demme, il regista de Il silenzio degli innocenti che, tra gli altri, ha magnificamente inquadrato David Byrne e i suoi Talking Heads in Stop Making Sense oppure Neil Young in Hearts of Gold (lo stesso cantante è stato anche al centro di un film di Jim Jarmusch, Year of the Horse).

Persino David Lynch ha il suo film-concerto con Duran Duran: Unstaged, ma ogni sequenza finale della terza stagione di Twin Peaks è un piccolo capolavoro all’interno del genere.

Oltre a concerti veri e propri, vanno ricordati anche film che raccontano le attività nelle sale prove: da Jean-Luc Godard con i Rolling Stones in Sympathy for the Devil al recente lavoro fatto da Andrew Dominik con il grande Nick Cave, in One More Time With Feeling (2016) o in This Much I Know to Be True (2022). 
Gli esempi sono numerosi e potremmo andare avanti a lungo ma, oltre a chiedervi quali sono i vostri preferiti, io aggiungo un consiglio su un prodotto affascinante e quasi sperimentale in questo senso: Heima del 2007, un film “alieno”, esattamente come la terra che racconta (l’Islanda) e lo straordinario gruppo che ne è protagonista (i Sigur Rós).

Nick Cave & The Bad Seeds ‘The Jam’ (One More Time With Feeling)

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