Speciale Nanni Moretti#6

Habemus Papam. Una metafora sull’invecchiamento dell’Umanità e la sua inadeguatezza al potere.

di Pino Moroni

In questa epoca in cui tutto viene messo in discussione, compresa la democrazia e qualsiasi potere relativo ed assoluto, quello che è già avvenuto e sta avvenendo in ambito Vaticano (in religione), fa più fatica a realizzarsi nel più ampio ambito della politica in senso lato. Abbiamo già vissuto la rinuncia di un Papa (Benedetto XVI) e sappiamo che Papa Francesco ha scritto che se non sarà più in grado di governare lo Stato del Vaticano si dimetterà. Non per niente i Papi sono i più grandi pensatori del mondo.

Ora parafrasando Nanni Moretti che, con il film Habemus Papam, aveva previsto nel 2010 quello che sarebbe successo un anno dopo, con le dimissioni di Papa Ratzinger, per effetto di quella sensazione di inadeguatezza nei confronti dei compiti assegnatigli, si potrebbe argomentare meglio ciò che il regista/autore ha voluto dire spesso nella sua carriera cinematografica. E non è un problema di profezie, come si dice spesso, ma la constatazione (vedi Ecce Bombo, Sogni d’oro, La messa è finita, Palombella Rossa, Il caimano, La stanza del figlio, Caos Calmo, Mia madre, Tre piani, fino ad arrivare a Il sol dell’avvenire, ecc.) che il filo rosso che ha unito le tematiche di tanti suoi film è stata sempre la vulnerabilità umana. Anche di persone in ruoli minori che venivano messe in crisi dalla inadeguatezza di compiti avuti per natura o casuali o assunti per regole sociali o leggi varie. Nel suo modo di esprimersi attraverso un alter ego, Nanni Moretti ha continuamente evidenziato nei suoi film una chiara confessione di inadeguatezza nei ruoli che egli stesso veniva, volta a volta, assumendo.

Alcune immagini del film

Oggi è evidente, con la crisi crescente dell’Uomo e del suo mondo, costruito su una accampata superiorità su tutto (l’antropocene è in affanno con l’arrivo di problemi biologici, di ambiente, di risorse, di guerre e tecnologie, di finanza e di lavoro) che l’inadeguatezza non tocca solo le persone ma l’Umanità nel suo complesso. Oggi l’inadeguatezza nei confronti dei gravi problemi che toccano tutto il mondo riguardano le strutture apicali, che ne dovrebbero prendere più coscienza. Invece di portarci ancora in giro e forse creare le premesse per un tramonto sempre più inesorabile.

Ma torniamo al film Habemus Papam. A seguito di un conclave, viene eletto a sorpresa il Cardinale Melville (Michel Piccoli) il quale non si sente in grado di accettare la nomina e di esercitare le funzioni del Papa. E qui il colpo di genio di Nanni Moretti: il Vaticano pensa di chiamare uno psicanalista che possa assisterlo ed aiutarlo a risolvere i suoi problemi fisici e psicologici. Chiaramente lo psicologo è lo stesso Moretti, che insinuandosi in un mondo mitizzato ma mai conosciuto praticamente, ne rivela tutte le sue debolezze e la sua caducità umana.

Un Nanni Moretti antropologo, ha affondato il suo obiettivo cinematografico dentro le miserie umane, anzi umanissime di tutti quei fragili, teneri, infantili anziani, che sono costretti a dimostrarsi forti, preparati, ispirati, efficienti per una società solo falsa e formalistica. Una metafora la sua sulla logica e l’assunzione del potere costruita sulla elezione di un papa (ma anche sulle elezioni di una qualsiasi altra forma di governo).

Lo smarrimento del Cardinale Melville

Ma la valenza della inadeguatezza di un qualsiasi uomo al potere potrebbe ben riguardare invece la liberazione da ruoli e riti precostituiti o assunti nel corso del tempo e non più sentiti come attuali. Quindi una critica al potere tout court, alla maschera con cui si veste in ogni situazione, ai riti che incarna per trasmettere presunte verità e dirigere le vite degli altri. Diventando un affresco del potere nelle sue intimità vacillanti, circondato da un circolo mediatico che con una presentazione melliflua lo rafforza nei suoi logori formalismi.

Ed ancora allargando queste teorie ad una sua applicazione Universale, vuol dire che questo senso di impossibilità di essere adeguati al ruolo od al mestiere, è così umano che può essere di tutti e per tutti, sempre. Ancora più oggi in un mondo frammentario e complesso, globalizzato ed interetnico, dove non ci sono più semplificazioni, né messe in scena dietro cui nascondersi, tutti soffrono silenziosamente di un disagio diffuso. Soltanto le manipolazioni, oggi ancora più sofisticate attraverso nuovi media, permettono al potere di nascondere la propria fragilità. L’uomo si ritrova solo con la sua insostenibile paura nascosta dell’inadeguatezza ad ogni ruolo o compito ad ogni azione o difficoltà di qualsiasi livello. Anche della disponibilità di un numero, una password, un certificato, uno Spid.

L’idea di Moretti non è quindi solo una riflessione sulla solitudine o inettitudine dell’uomo, ma l’analisi di un malessere ancora non rivelato che cova dietro ogni individuo. L’esempio evidente è che i cardinali vorrebbero andare a prendere cappuccino e cornetto al bar vicino San Pietro, oppure che vorrebbero fare una partitella a pallavolo nel chiostro. Bambinate o libertà ataviche, fuori di un sistema ingannevole ed imposto?

E’ solo la vigliaccheria che fa mantenere le poltrone anche se si è limitati o privi di capacità. Il mondo è pieno di persone inadeguate che fingono con sé e con gli altri di essere adeguate. Basta guardare le impotenze, le fragilità, le contraddizioni, gli avanti/indietro, i fallimenti nella politica (la colpa è sempre di quelli precedenti), nella economia (piena di teorie ed errori in ogni tempo, pagati sempre da tutti).

Qualsiasi uomo, con il minimo di responsabilità si può disorientare alla luce della consapevolezza dei propri limiti, in una società antropologicamente sempre più supponente. Chiunque ormai dice la sua ‘verità’ ogni mattina su qualsiasi argomento. E si picca se le verità non sono solo bianco e nero ma multiformi, dando di nuovo e di più la sensazione della relatività dell’esistenza umana.  –  Senza praticare mai il senso critico su sé stessi e le proprie possibilità – dice il caustico Nanni Moretti. Una riflessione fortissima che riguarda tutti – come fa capire Moretti – riguarda il nostro pensiero, il nostro parlare, il nostro agire, riguarda sia i potenti, sia gli intellettuali, sia gli artisti, la gente comune ed anche i nuovi migranti, pronti ad imitarci.

La rinuncia

Con Habemus Papam Moretti ha parlato di una società ormai gerontocratica (l’invecchiamento della popolazione mondiale non può più essere negato) che usa le mistificazioni mediatiche per far sembrare i vecchi saggi e vincenti, quando invece (tanto i cardinali, quanto i politici ed i manager immarcescibili, quanto i pensionati in famiglia) sono solo esseri debilitati nel fisico e nella mente. Un falso ideologico e sociologico che resiste e fa comodo a chi vive nel sottobosco del potere, a chi mantiene i serbatoi di nepotismo, di soldi, di voti di scambio, di deleghe in bianco. Non si va più a votare? Ecco il perché.

Forse, con quel finale liberatorio di Habemus Papam, in cui il nuovo Papa confessa ai fedeli di tutto il mondo, passando per una crisi fatta di umiltà, che le sue ambizioni non sono all’altezza delle sue possibilità, Nanni Moretti ha anticipato non solo di un anno la rinuncia vera di Papa Ratzinger, ma ha anticipato la presa di coscienza dell’Umanità, nei prossimi decenni, sulla sua incapacità di poter gestire qualsiasi risorsa od ambiente, prima che per la nostra Terra sia troppo tardi.

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