Felicità, esordio alla regia di Micaela Ramazzotti.

di Pino Moroni

Felicità,  film d’esordio di Micaela Ramazzotti, è un’utopia; in fondo è solo la ricerca di una pace interiore cercata, trovata con forza e visibile nell’ultima sua immagine, sfuocata sullo schermo.

Quell’attimo di respiro, nella continua deriva dell’essere umano nell’attuale momento, fatto di egoismi, indifferenza, cinismo, manipolazioni, umiliazioni e sopraffazioni. Guai ai buoni, ai sensibili, agli altruisti come la protagonista da lei interpretata Desirè Mazzoni.

immagine per Felicità, esordio alla regia di Micaela Ramazzotti.

La Ramazzotti che ha scritto, coadiuvata da Isabella Cecchi (Ovosodo e La prima cosa bella) e Alessandra Guidi, interpretato e diretto questo suo primo film, facendo frutto della sua esperienza nella commedia all’italiana, consolatoria ed ormai piena di stereotipi di Paolo Virzì (suo ex marito), è riuscita a spostare un poco oltre quel ritratto di decadenza umana e culturale italiana, ignorante, intollerante, perbenista e disonesta, patetica e volgare, ormai caratterizzata in tanti altri film.

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