Arriva dalla Lettonia la splendida pellicola Flow: presentata all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Un certain regard, premiata ad Annecy, Golden Globe come miglior film d’animazione, veleggia ora – è proprio il caso di dirlo – verso gli Oscar, tra i candidati per il miglior film internazionale.
In un mondo dove l’unica traccia dell’uomo sembra essere una casa abbandonata, la minaccia di un’alluvione costringe un gatto nero a convivere su un’imbarcazione di fortuna con altri animali. Con lui ci sono un pigro capibara (uno dei roditori più grandi del mondo), un lemure che ama appropriarsi di vari oggetti (tra i quali uno specchio), un labrador giocherellone e un esemplare di serpentario. Ma Flow non è un film alla Walt Disney. Gli animali e i loro movimenti sono molto realistici, e non ci sono dialoghi. Per Il regista Gints Zilbadolis la cosa più importante è che la narrazione si sviluppi grazie alla forza delle immagini. Trasportati dai flutti tra i resti di passate civiltà, il gatto e i suoi compagni di viaggio imparano che solo restando uniti possono salvarsi. E noi spettatori, seguendo il punto di vista del gatto, ci perdiamo nella bellezza di questo film.