di Tano Pirrone
Deprecabile esito di un premio Strega in chiave borgatara: complice un acquazzone estivo, sufficiente a mandare a madames de petites vertu una serata che ricordiamo sempre elegante, una finestra garbata sul meglio che il nostro mondo letterario potesse dare.
Un’organizzazione, bisogna riconoscere, alla bassezza dei tempi, con idraulici che non capiscono un tubo, camerieri che non sono mai entrati in una camera e “scrittori” e “scrittrici”, che avremmo gradito più compos sui, non certo per rispetto nostro, ma almeno per un rigurgito di rispetto a loro medesimi.
Mario Desiati, il vincitore del Premio Strega 2022 con Spatriati
Non sono stati aiutati, dobbiamo riconoscerlo, dalla conduzione caciarona, che ci ha portato – ma solo per un attimo a certe feste della matricola, oggi fortunatamente scomparse, come speriamo spariscano presto queste tarde e inopportune epigone.
Dal combinato disposto del peggio sulla piazza è affiorato potente e incontrastabile un moto di rigetto, che solo ora parzialmente rientrato ci permette di riportare alcune note sulla serata della premiazione del vincitore dell’assai glorioso e mitico (un dì) Premio Strega: assegnata fama e staccato assegno al signor Desiati Mario da Locorotondo, ridente, candida cittadina delle meglio Puglie possibili. Frastornato per la festa l’autore si è prodotto in non semplici esercizi con ventaglietto, che hanno mandato in visibilio le numerose nonne presenti. Dei 6 scarti ricorderei tale Raimo Veronica da Roma, ormai avanti con l’età per essere inclusa nello Strega Giovani (come votante, intendo), che ha significativamente citato il cesso come l’uogo ideale per leggere il suo libro.
Auguro a me stesso una pronta ripresa e la conquista di maggiori livelli di sopportazione in occasione della prossima edizione 2023, con l’augurio che si torni alla formula sperimentate del 5 (a chi il 5? A noi!) e s’indìca un concorso parallelo per titoli ed esami al fine di individuare una persona adeguata a presentare civilmente il Premio.
Ricordiamo che anche Camilleri e centinaia di altri intellettuali in Rai, con gli esami sono entrati; e che gli esami, grazie a dio, non finiscono mai.
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Amiamo i libri, gli scrittori, i premi letterari, purché tutto sia serio, com’è possibile che sia, ché in passato così è stato. Ci perdoni Emanuele Trevi, presidente della giuria di quest’anno, che grande e sincera è la stima che abbiamo per lui, per la sua scrittura e per il suo modus operandi. Per dimostrare ai nostri sette lettori che nessuna prevenzione ci muove, né rancori né prevenzioni di genere (preferiamo comunque i generi alimentari che i generi malamente acquisiti a figlie irrequiete), per farci perdonare, presenteremo in più puntate una storia dei legami fra Premio Strega e cinema, a partire dall’irripetibile capostipite, inventore e mago: Guido Alberti proprietario della distilleria e costruttore appassionato con Maria Bellonci, musa ispiratrice, scrittice essa stessa.