Da Pirandello ad Andò, via Savatteri, Ficarra e Picone: un viaggio nelle scritture di Sicilia

a cura di Tano Pirrone

Il 23 gennaio scorso partecipammo al Teatro Manzoni alla presentazione di un libro edito da Sellerio (La memoria n.1255): un’antologia d’autore della recente narrativa siciliana, curata dettagliatamente da Gaetano Savatteri[1]. Più di cinquanta voci che accompagnano il lettore in un viaggio lungo trent’anni.

Per decenni la Sicilia è stata metafora dell’Italia e del mondo, cartina di tornasole delle inefficienze, delle storture e dei deficit di tutta l’Italia, scrive Savatteri. Terra complessa, deprivata, soggetta all’ingiustizia, dove gli aspetti sociali, politici, folkloristici del racconto della mafia hanno costituito un genere che ha assorbito ogni altro racconto.

In una sezione dedicata alla scrittura destinata anche al consumo orale e visivo, sotto forma di teatro, di cinema o di televisione, nell’ottima compagnia di Giuseppe Tornatore, Emma Dante, Roberta Torre, Ciprì & Maresco, Roberto Andò, un quadro è dedicato ai due attori protagonisti, recentemente, de La stranezza: Ficarra e Picone. Senza nulla aggiungere o togliere al testo, ecco cosa ne scrive Savatteri.

Il libro e il curatore Gaetano Savatteri

«Attori di successo, Salvo Ficarra e Valentino Picone scrivono, interpretano e dirigono film e serie-tv in cui la Sicilia spesso è l’angolazione per osservare la vita sociale italiana, con certe esasperazioni che derivano proprio dalla critica a stereotipi sulla Sicilia sedimentati da decenni di cinema e televisione. Permane nei loro testi una carica di impegno sociale, a tratti dolceamaro, che gioca e sbeffeggia molti luoghi comuni radicati tra gli stessi siciliani. Il testo compreso in questa sezione, legato per certi aspetti al momento storico in cui è stato scritto (2003), fornisce indicazioni utili per comprendere il lavoro di capovolgimento che Ficarra e Picone operano su alcuni slogan sulla Sicilia.

Ficarra e Picone nei loro spettacoli al cinema e a teatro

«Provenienti dalla scena palermitana del cabaret brillante, Ficarra e Picone si sono imposti al pubblico italiano già con il loro primo film Nati stanchi (2002), giocando con i cliché costruiti sui giovani meridionali lazzaroni e scansafatiche, vitelloni del sud senza lavoro. Da allora la loro popolarità è via via cresciuta anche grazie alla partecipazione a trasmissioni televisive di largo ascolto e producendo altri film campioni di incasso e di pubblico (alcuni titoli: Il 7 e l’8, La matassa, Andiamo a quel paese, L’ora legale). Hanno mantenuto le loro maschere comiche e satiriche in altri diversi contesti artistici, con ruoli nel film Baària di Giuseppe Tornatore, nella commedia classica Le rane di Aristofane[2] diretta da Giorgio Barberio Corsetti[3] e infine nel film di Roberto Andò La stranezza, commedia ironica sull’incontro tra Luigi Pirandello e una coppia di teatranti dilettanti.

«Il Pirandello del film di Andò, interpretato da Toni Servillo, sembra riconnettere i fili di un’antica e radicata tradizione letteraria che salda il passato al presente: e pirandellianamente, Pirandello assume ruolo di personaggio esso stesso. C’è in Andò una forte consapevolezza dell’eredità culturale che ancora fermenta in Sicilia.»

NOTE

  1. Nato a Milano da genitori originari di Racalmuto, a dodici anni torna con la famiglia in Sicilia. Nel 1980, insieme con altri giovani ragazzi apre il periodico Malgrado Tutto, che potrà vantare la pubblicazione di alcuni articoli di Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri, Giuseppe Bonaviri e Matteo Collura. Dopo aver conseguito la maturità presso il Liceo Classico Empedocle di Agrigento, Savatteri comincia a lavorare al Giornale di Sicilia di Palermo, diventando giornalista professionista nel 1987, per poi trasferirsi nel 1991 a Roma prima come inviato de L’Indipendente e, dal 1997, come giornalista del Tg5. Nel 2020 collabora al programma televisivo condotto da Nicola Porro Quarta Repubblica su Rete 4. Savatteri è autore di vari romanzi, il primo La congiura dei loquaci nel 2000.
  2. Le rane – Spettacolo di Giorgio Barberio Corsetti. Con Salvatore Ficarra e Valentino Picone.
    Siracusa, giugno 2018. Le rane (in greco antico: Βάτραχοι, Bátrachoi) è una commedia teatrale di Aristofane, messa in scena per la prima volta ad Atene nel 405 a.E.V. Fu in seguito replicata, forse l’anno successivo (fatto alquanto atipico per quei tempi), per il suo valore artistico e sociale.
  3. Giorgio Barberio Corsetti, attore e regista teatrale, drammaturgo. Nel 2020, in seguito alle dimissioni di Antonio Calbi, viene nominato direttore artistico del Teatro di Roma (Teatro Argentina). Rassegna le dimissioni all’inizio del 2020, mantenendo il ruolo di consulente artistico del Teatro Argentina.
Informazioni su Tano Pirrone 86 Articoli
Sono nato in provincia di Siracusa, a Francofonte, l’antichissima Hydria dei coloni greci, quaranta giorni prima che le forze alleate sbarcassero a Licata. Era il 14 maggio 1943. Ho frequentato il liceo classico, ma non gli studi per giornalista, cui ambivo. Negli anni ’70 ho vissuto due lustri a Palermo, dove ho lavorato in fabbrica, come impiegato amministrativo- commerciale. Nel 1981 mi sono trasferito a Roma per amore di Paola, oggi mia moglie. Sono stato funzionario commerciale e Project Manager nel Gruppo Marazzi. Infine consulente d’azienda per Organizzazione Aziendale e Sistemi Qualità. Curo le piante della mia terrazza, vedo gente, guardo film e serie tv, vado a cinema e a teatro, seguo qualche mostra; leggo, divagando e raccogliendo fior da fiore, e scrivo di cinema, libri e teatro per Odeonblog; di altre cose per me stesso. Ho pubblicato anche su Ponza Racconta, Lo Strillo, RedazioneCulturaNews ed altri siti di cinema e teatro. Ho due figli, Francesco e Andrea, ed avevo un cane, Bam, che sta sempre con me dovunque io vada. Sono faticosamente di sinistra; sono stato incendiario ed ora dovrei essere ragionevolmente pompiere.
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