Le premiazioni dei Nastri d’Argento documentari 2024

di Pino Moroni

Il mercato dei documentari sta crescendo, anzi esplodendo (molti documentari prendono premi importanti come fossero a tutti gli effetti film) e lo si è visto alle Premiazioni dei Nastri d’Argento documentari 2024. Un parterre di produttori e di registi, che in giro per l’Italia e per l’Europa stanno presentando opere di grande varietà, impatto, interesse, dando spazio all’esplorazione di nuovi linguaggi e contenuti di qualità.
Con tecnologie ed investimenti minori rispetto ai film mainstream. È nato un prodotto alternativo sostitutivo o suppletivo, anche dei biopic, di cui in questo momento si fa sempre più uso, forse per nostalgia di miti e realtà, vissuti e non più rivivibili.
Nel mondo dei documentari si parla ormai di cinema del reale, di documentari sull’arte, sulla fotografia, sulla musica, sullo sport, sugli spettacoli tout court, di docufiction o docufilm.
Laura Delli Colli, presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani ed ospite della serata, a nome del Direttivo Nazionale ha ricordato che il panorama di temi, storie e personaggi, selezionati tra 175 opere, non ha dimenticato il passato, ma neanche la Storia recente, con uno sguardo all’attualità…
La premiazione sul palco del Cinema Barberini, partner dei Nastri, sono iniziate con il Nastro dell’Anno a Mario Martone, accompagnato dalla moglie sceneggiatrice Ippolita Di Maio, per i documentari Laggiù qualcuno mi ama, dedicato a Massimo Troisi e Un ritratto in movimento. Omaggio a Mimmo Jodice. Martone (Nastro d’Argento 2022 per Nostalgia) ha voluto sottolineare la grande libertà del documentario che allarga le possibilità del cinema dal passato al presente. Per Massimo Troisi (dopo una ricerca più filmica che biografica) Martone ha detto che il suo omaggio supplisce al desiderio di non aver potuto fare un film con lo stesso attore da vivo.

immagine per Laggiù qualcuno mi ama

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