di Pino Moroni
Io capitano di Matteo Garrone (ormai noto, per i film precedenti Gomorra, Reality, Il racconto dei racconti, Dogman, Pinocchio) è un film ad ampio respiro socio-culturale internazionale.
Finalmente un film italiano che esce da quegli schemi ormai stratificati su storie o storiacce di medio borghesi, più o meno benestanti ed educati, pieni di banali situazioni e soprattutto di patetici vizi nostrani.
Qui si parla di Africa, che è ormai una parola (od un continente) che fa sussultare chiunque abiti in un paese cosiddetto civilizzato che dispone grosso modo di mezzi economici più che essenziali (paesi da vecchio capitalismo e nuova povertà).
In Africa invece, oltre le guerre, le endemiche sopraffazioni dei poteri più forti (colpi di Stato e Dittature), la persistente corruzione generale, le arretratezze di vita e di cultura e l’estrema povertà, frutto di quel secolare sfruttamento territoriale e fisico e ora dello spietato neocolonialismo economico, il problema più pressante e, apparentemente senza soluzioni, è diventato quello degli incalcolabili ed incontrollabili flussi migratori verso il continente europeo (sic!).