di Pino Moroni
Nel panorama italiano attuale il Cinema provinciale e dialettale è quello che va per la maggiore ed Un mondo a parte di Riccardo Milani è uno dei prototipi più riusciti per località, interpreti e tematiche sociali.
Un film che usa la natura nella descrizione della sua parte più arcaica e selvatica, come alternativa ai desiderata dell’umanità inurbata, ma ne mostra molto di più le criticità sempre più evidenti: dalle difficoltà quotidiane di vita per lo spopolamento (fuga dei giovani) alla chiusura degli esercizi commerciali, dal calo delle nascite a quello più essenziale della chiusura delle scuole.
Nella attuale tendenza cinematografica che, come premesso, va sempre più verso un provincialismo fatto di personaggi semplicistici (cliché e macchiette) e favolistici fuori della dura realtà attuale, si può leggere in filigrana un notevole passo indietro verso film diventati solo distrazione dai problemi reali.
Rimangono fuori solo alcuni autori, ancora impegnati, revival del neorealismo contestualizzato (C’è ancora domani, 2023, di Paola Cortellesi) e storie di migranti nei loro percorsi di salvezza (Io Capitano, 2023, di Matteo Garrone).
Tornando al genere più in voga come quello indicato, va ben distinto quello che usa i comici televisivi (Ficarra e Picone, Pio e Amedeo, Lillo ecc.), quello che usa il trash (Un altro ferragosto, 2024, di Paolo Virzì) e quello che mantiene un livello di professionalità e cultura accettabili.