La scomparsa di Renato Scarpa

a cura di Tano Pirrone

Renato Scarpa è morto per un malore improvviso il 30 dicembre 2021 nella sua casa di Roma, nel quartiere Monteverde, all’età di 82 anni.
Riprendiamo integralmente un bel ricordo che gli dedica Giorgio Gosetti dalla sezione Notizie/Cultura/Cinema su https://www.ansa.it

Morto Renato Scarpa, fu Robertino di Ricomincio da tre

Da YouTube, Renato Scarpa con Massimo Troisi nella mitica scena di Robertino del film Ricomincio da tre,  di Massimo Troisi (1981): “Mammina!

Si dice spesso che se in Italia esistesse la stessa considerazione che Hollywood riserva ai suoi caratteristi, nel nostro Paese si ritroverebbero i migliori.
Tra questi non c’è dubbio che Renato Scarpa, nato a Milano il 14 settembre del 1939, morto oggi nella sua casa di Roma, si sia ritagliato uno spazio d’eccezione.

Perché ha saputo declinare il suo talento e le sue passioni in mille sfaccettature diverse, perché non ha mai temuto le sfide, perché sapeva concentrare l’attenzione dello spettatore su quel suo faccione pieno di umanità e duttile nelle espressioni. Piccolo, capace di alternare il registro drammatico e quello comico senza mai perdere una sua immediata riconoscibilità, ha attraversato le stagioni del cinema italiano dalla fine degli anni ’60 ad oggi ottenendo attenzione e fiducia da molti dei nostri migliori registi: i Fratelli Taviani che ne rivelarono il talento in “Sotto il segno dello scorpione” (1969) e “San Michele aveva un gallo” (1973; Nicolas Roeg e Dario Argento che gli diedero una patina di ambiguità in “A Venezia un dicembre rosso shocking” e “Suspiria”; Giuliano Montaldo che lo vestì da frate in “Giordano Bruno”. E poi Bellocchio, Comencini, Rossellini, Monicelli, Cavani, Risi per non citarne che alcuni.

Dall’alto: Renato Scarpa nel film Un sacco bello (1980), in Ricomincio da tre (1981),in Il mistero di Bellavista (1985) e in Habemus papam (2011)

In genere il caratterista viene usato per una sorta di controcanto rispetto all’eroe protagonista, ma nel suo caso, Scarpa sapeva sempre ritagliarsi una dimensione autonoma e regalava ai suoi personaggi un plus di umanità come nell’inflessibile preside di “La stanza del figlio” o l’abile cardinale di “Habemus Papam” per Nanni Moretti. Per il grande pubblico però divenne popolare grazie a tre fortunati incontri: con Carlo Verdone (l’impagabile ipocondriaco di “Un sacco bello”), Massimo Troisi (l’impacciato Robertino di “Ricomincio da tre” – vedi una scena a fondo articolo) e Luciano De Crescenzo (“Così parlò Bellavista”). In tutti questi casi dalla bisaccia di Renato Scarpa uscì una verve comica che – alla maniera di Totò – contrastava con lo sguardo malinconico e proprio per questo “bucava” lo schermo.

Del resto l’attore aveva cavalcato con ottimi risultati (più di 100 ruoli tra cinema e tv fino alla recente serie “Rocco Schiavone” del 2019) tutti i generi del cinema italiano, dalla farsa al western, dall’avventura, al melodramma. Era un bagaglio coltivato con pazienza e passione fin dall’adolescenza, prima sui palcoscenici teatrali milanesi e poi al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma. Poteva essere eroico e ambiguo, ammiccante e sobrio, dolce e severo: la sua faretra conosceva tutte le armi della seduzione espressiva e per questo ha avuto una carriera ricca di soddisfazioni comprese le candidature ai David di Donatello.
Ma certamente gli restava il rimpianto di una mancata gloria se non “a fianco di”.
Piace ricordarlo per questo soprattutto in una recente interpretazione che ne riassume bene l’umanità e la bravura attoriale: in “Diaz” (2012) Daniele Vicari gli affida il ruolo dell’umile pensionato coinvolto senza alcuna responsabilità negli scontri con la polizia durante il G8 di Genova. Nel suo sguardo smarrito, nei suoi occhi azzurri che contemplano la brutalità della violenza senza poter opporre ragione alla forza, il regista riassume il senso stesso del film e quel personaggio minore (realmente esistito del resto) diventa l’autentico protagonista, il testimone silenzioso di una pagina dolorosa della nostra storia.
Oggi che Renato Scarpa se ne è andato, in silenzio e in solitudine com’era il suo stile, lo si ricorda proprio come piccolo, grande protagonista della nostra memoria collettiva.


Nota
La sconfinata filmografia di Renato Scarpa (cinema e televisione) si può leggere su Wikipedia, nella voce dedicata all’attore.

Informazioni su Tano Pirrone 88 Articoli
Sono nato in provincia di Siracusa, a Francofonte, l’antichissima Hydria dei coloni greci, quaranta giorni prima che le forze alleate sbarcassero a Licata. Era il 14 maggio 1943. Ho frequentato il liceo classico, ma non gli studi per giornalista, cui ambivo. Negli anni ’70 ho vissuto due lustri a Palermo, dove ho lavorato in fabbrica, come impiegato amministrativo- commerciale. Nel 1981 mi sono trasferito a Roma per amore di Paola, oggi mia moglie. Sono stato funzionario commerciale e Project Manager nel Gruppo Marazzi. Infine consulente d’azienda per Organizzazione Aziendale e Sistemi Qualità. Curo le piante della mia terrazza, vedo gente, guardo film e serie tv, vado a cinema e a teatro, seguo qualche mostra; leggo, divagando e raccogliendo fior da fiore, e scrivo di cinema, libri e teatro per Odeonblog; di altre cose per me stesso. Ho pubblicato anche su Ponza Racconta, Lo Strillo, RedazioneCulturaNews ed altri siti di cinema e teatro. Ho due figli, Francesco e Andrea, ed avevo un cane, Bam, che sta sempre con me dovunque io vada. Sono faticosamente di sinistra; sono stato incendiario ed ora dovrei essere ragionevolmente pompiere.
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